dora
(giovedì 6 ottobre 2011)
Categoria: Malinconia
Tradimento
Sono qui!. Ho avuto due giornate intense, ma ieri è stata proprio una di quelle giornate....Dopo aver passato 10 ore a lavoro, ho ricevuto la telefonata della nostra amica separata. Quando è in crisi, chiama perchè sa che può venire a cena da noi. Quindi la giornata si è conclusa con lei ancora in una crisi nera.
Suo marito ha acquistato un appartamento per starci per ora da solo, ma con la previsione di poterci vivere con l'altra, sempre che questa si "decida" a uscire da casa sua.
R. (questa è l'iniziale del suo nome), spera che lui torni sui suoi passi, ma solo lei lo crede possibile.
E intanto con questa speranza, non riesce a fare un passo avanti sulla strada del "devo rifarmi una vita senza di lui".
Io l'esperienza l'ho fatta quando ho perso B. per il cancro. Lei si affanna a dirmi che non è la stessa cosa! "tu"-mi dice-"non sei stata abbandonata"!! Beh, ma quando qualcuno muore, però, non ti lascia neanche uno spiraglio di speranza.....!
Il fatto invece è che bisogna imparare a vivere contando sulle proprie forze.
Non conosco nessuno che sia stato tradito da se stesso! Dico bene??
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Assunta
(giovedì 6 ottobre 2011)
20:04 del 05-10-2011
Cara Dora, la tua amica per conto mio, vive in un recinto che si è alzata attorno, per non guardare la verità in faccia. Lei si rende perfettamente conto di ciò che le sta succedendo, ma il sio cervello non lo vuole accettare, sarà dura farle capire che è veramente finita. Bisognerebbe che lei avessi il coraggio di buttarsi tutto alle spalle e ricominciare a risalire la china, anche per non dare soddisfazioni a suo marito, ma finchè non si renderà conto da sola della cruda realtà, non ne uscirà mai. Però dovrà stare attenta che la cosa non la faccia diventare una persona noiosa e lagnosa, che si crogiola nel suo dolore. Che dirti, dal di fuori è facile, il difficile è trovarsi in certi frangenti e saperli affrontare prendendoli di petto.
Cara Dora, la tua amica per conto mio, vive in un recinto che si è alzata attorno, per non guardare la verità in faccia. Lei si rende perfettamente conto di ciò che le sta succedendo, ma il sio cervello non lo vuole accettare, sarà dura farle capire che è veramente finita. Bisognerebbe che lei avessi il coraggio di buttarsi tutto alle spalle e ricominciare a risalire la china, anche per non dare soddisfazioni a suo marito, ma finchè non si renderà conto da sola della cruda realtà, non ne uscirà mai. Però dovrà stare attenta che la cosa non la faccia diventare una persona noiosa e lagnosa, che si crogiola nel suo dolore. Che dirti, dal di fuori è facile, il difficile è trovarsi in certi frangenti e saperli affrontare prendendoli di petto.
mafalda
(giovedì 6 ottobre 2011)
Secondo me ha ragione R .La perdita per un lutto è un'altra cosa .
Anche d'avanti alla morte più dolorosa ,dopo il primo periodo di dolore intenso segue il tempo della rassegnazione perchè ci si renderà conto che non si poteva far nulla per contrastare un avvenimento della vita ma avere il posto usurpato da un'altra donna ,non è facile da digerire . R porterà per sempre una ferita che sanguina , perchè tutto quello che di buono , bello ha saputo creare nella loro vita di coppia , per lui di colpo non ha più valore ,privandola non solo di un futuro sereno ma anche del passato (si chiederà: dove ho sbagliato ?) e del presente (questo non è vivere).
Ci vuole una grande forza di carattere e quella non c'è nessun medico che può prescriverla nella ricetta , R puo' solo sperare nel tempo e nell'affetto degli amici come voi che la faranno sentire ancora una donna amata , una donna che vale .
Anche d'avanti alla morte più dolorosa ,dopo il primo periodo di dolore intenso segue il tempo della rassegnazione perchè ci si renderà conto che non si poteva far nulla per contrastare un avvenimento della vita ma avere il posto usurpato da un'altra donna ,non è facile da digerire . R porterà per sempre una ferita che sanguina , perchè tutto quello che di buono , bello ha saputo creare nella loro vita di coppia , per lui di colpo non ha più valore ,privandola non solo di un futuro sereno ma anche del passato (si chiederà: dove ho sbagliato ?) e del presente (questo non è vivere).
Ci vuole una grande forza di carattere e quella non c'è nessun medico che può prescriverla nella ricetta , R puo' solo sperare nel tempo e nell'affetto degli amici come voi che la faranno sentire ancora una donna amata , una donna che vale .
dora
(giovedì 6 ottobre 2011)
Ah, non so! Mi sto chiedendo cosa avrei fatto io al suo posto. Sicuramente sarei stata meno"inglese". Avrei anche affrontato l'altra, che invece ora sta vivendo ancora protetta dalla inconsapevolezza della sua famiglia. Avete presente la Loren in quel film in cui interpretava una pescivendola? Ecco una Erinni sarei stata!
Invece R. si sta colpevolizzando. Si dà la colpa di quanto è successo.
Ma non è così
Invece R. si sta colpevolizzando. Si dà la colpa di quanto è successo.
Ma non è così
dora
(giovedì 6 ottobre 2011)
Buona notte, domani ancora un corso di aggiornamento.
Buona notte, Fio!
Buona notte, Fio!
Nik
(giovedì 6 ottobre 2011)
La morte della persona amata rappresenta un realta' ineluttabile. Nulla si puo' fare se non sperare nel rivederla in un'altra vita, se ci crediamo ma, in questa vita, affannosa o piacevole che sia, non esiste piu', non è piu' presente tra noi se non, dopo, nel ricordo. Probabilmente sto dicendo delle cose ovvie e scontate ma, cara Dora, credo che se il compagno della tua amica l'avesse abbandonata prima di una sua eventuale "dipartita"( mi auguro che campi cent'anni) lei, nonostante l'abbandono, se ne sarebbe fatta una ragione. Voglio dire che soffre e continuera' a stare male perche vive nella speranza; nella speranza che lui possa ritornare sui suoi passi, nella speranza che possa trovarsi male con l'altra, nella speranza di un eventuale motivo di rimpianto, di malinconia per gli anni trascorsi insieme. Certamente appare fragile e d insicura ma, quando la "malattia dell'amore" ci sovrasta e ci rende deboli e diversi, molto diversi da cio' che normalmente siamo o appaiamo, si viene spinti verso una commiserazione al limite dell'intransigenza( che non è il caso in oggetto). La speranza, è la speranza che fa soffrire la tua amica, che la tiene in continua attesa di un qualcosa che solo lei è pronta ad immaginare in maniera cosi' poco pragmatica. Sicuramente non è forte, non lo è per niente in questa circostanza che la vita le ha prodotto e la sua disavventura, da te gia' citata altre volte, amareggia; mi amareggia nel considerare questa sua sofferenza al limite della nevrosi, della debolezza mentale dalla quale non sa piu' uscirne. Posso capirla e condividere (sommariamente) questa suo patimento perenne che non la lascera' cosi' presto se non abbandonera' la speranza di cui inutilmente si nutre.
mafalda
(giovedì 6 ottobre 2011)
.... al momento è proprio la speranza che la fà reagire , quando avrà perso anche questo filo sottile che la lega a lui , forse sarà l'inizio della fine o la fine di un incubo ....
Fiorella
(lunedì 10 ottobre 2011)
Carissimo Nik
Mi verrebbe da chiederti come stai, perchè dalle tue parole leggo amarezza e una leggera tristezza forse sbaglio ma c'è qualcosa di dolorosamente malinconico nelle tue parole, qualcosa che mi riporta molto lontano.....Qualcosa che soltanto se vivi riesci a capirla, che poi nella vita per tutto è così puoi comprendere meglio se anche in maniera diversa o per diversi motivi quella sensazione o emozione è stata già vissuta e magari smaltita, fortunatamente..........
Non voglio andare oltre e disturbarti (e spero di essermi sbagliata) posso soltanto che augurarti tutto il bene del mondo.....Un mondo di amore gioia e sorrisi che aiutano a vivere tutto il brutto della vita che quotidianamente ci arriva.....................
Ciao professore.....Buena suerte.
Mi verrebbe da chiederti come stai, perchè dalle tue parole leggo amarezza e una leggera tristezza forse sbaglio ma c'è qualcosa di dolorosamente malinconico nelle tue parole, qualcosa che mi riporta molto lontano.....Qualcosa che soltanto se vivi riesci a capirla, che poi nella vita per tutto è così puoi comprendere meglio se anche in maniera diversa o per diversi motivi quella sensazione o emozione è stata già vissuta e magari smaltita, fortunatamente..........
Non voglio andare oltre e disturbarti (e spero di essermi sbagliata) posso soltanto che augurarti tutto il bene del mondo.....Un mondo di amore gioia e sorrisi che aiutano a vivere tutto il brutto della vita che quotidianamente ci arriva.....................
Ciao professore.....Buena suerte.
Nik
(giovedì 13 ottobre 2011)
Fiorella, che piacere sentirti e leggerti!!! Ti rispondo in ritardo ( per colpa mia). Come ho gia' scritto, sono rientrato in casa stasera e non ho avuto molto tempo a mia disposizione nel leggere i vostri scritti. Si, nella mia risposta a Dora di qualche giorno fa, effettivamente(rileggendo il post) c'è una vena di tristezza; sai, soffrire per amore, è un aspetto della vita che pu' capitare a chiunque; chi ne è scevro puo' capire in parte, la sofferenza, l'amarezza, la tristezza che se ne prova. Una cosa pero' è da tener presente : quando ci si sente braccati, quando non si riesce a trovare la strada giusta, occorre scegliere quella che appare la più difficile; solo così, solo dal buio piu' nero, solo risalendo dal fondo del baratro si potra' dire di esserne usciti, di essere "guariti". Non è affatto facile pero'!!! C' è una una poesia che dice: " ...uomini che un amor puo' far trasalire e un ricordo distruggere; quando pero' dal fondo di noi sale un'ombra silenziosa e, a poco a poco, la si sente respirare con noi e dividerei battiti del cuore, allora si chiudono gli occhi la speranza si allontana, discreta, per lasciarci soffrire in pace." Ciao carissima amica; spero che tu stia bene!!! Un abbraccio fraterno. Buona suerte anche a te e a presto!!!
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