Nik
(domenica 24 giugno 2012)
Categoria:
Insoddisfazione
INTRANSIGENZA
Bisognerebbe vivere sempre come se fosse l'ultimo giorno della nostra vita! Il carpe diem di Dora lo condivido senza riserve anche se spesso non riesco ad applicarlo e a farlo mio.Normalmente si cade nella consuetudine della vita, delle cose, del nostro carattere, delle nostre abitudini e di quelle delle persone che ci circondono. Non è facile, ma occorre dirlo a noi stessi come occorre pensare : fino a quando? Non è facile, ma se mi guardo intorno e vedo, tra le righe, la sofferenza degli altri, allora è piu' facile darsi una mossa e considerare che siamo dei fortunati. Carpe diem, certo anche perchè è solo una questione di tempo! Personalmente temo la sofferenza fisica, la malattia, la non autosufficienza e spero vivamente, quando sara' il mio turno, in un fortunoso unico, saettante colpo e via...!!! La fede, sicuramente, è di grandissimo aiuto perche' allevia gli affanni e le brutture tutte della vita ma, anche questa considerazione è per me fonte di ansia e di timore. Mafalda spesso accenna alla sua religiosita' nei suoi scritti ed io la invidio nel senso buono del termine e con affetto nella speranza di condividere, un giorno, le sue certezze riscontrando in me sovente quei dubbi che, in fondo, hanno guastato da sempre, molti dei miei momenti di vicinanza a Dio; quella poca fede ora ancor piu' accentuata dalla scarsa vicinanza che la chiesa concede ai separati, ai divorziati nonostante l'apertura di papa Benedetto; ma è poca cosa. Rimane il fatto che, per colpa o senza colpa, si è esclusi dall'assoluzione dei nostri peccati. Questa intransigenza è oltremodo cieca e anacronistica allontanando coloro che nei loro intimi intendimenti, vorrebbero riscaldare il loro animo, gia' di per se' turbato dal dubbio e dalla solitudine, cercando rifugio e accoglienza nella Chiesa. Una volta mi fu detto che i miei interrogativi e il mio altalenante scetticismo portavano, sicuramente, alla ricerca della Verita' e che il vero peccato non era nell'essere atei quanto all'indifferenza verso Dio. Ma allora, mi chiedo, non è altrettanto ingiusto respingere chi, e mi piace ripetere "per colpa o senza colpa" debba sentirsi non accettato dalla chiesa quando proprio la chiesa è pronta ad accogliere anche i misfatti voluti, perpetuati e poi pentiti da un Innominato di turno? Se le dicessi di aver ammazzato un mio simile, ho chiesto al giovane sacerdote della mia parrocchia e, pentito venissi a confessarglielo lei, assolverebbe il mio gran peccato? Certo, se pentito sì, mi ha risposto ma, mi dispiace, ha aggiunto, per lei non posso fare diversamente...non posso...mi ha ripetuto piu' volte, non posso proprio...mi dispiace...sono impedito...!!! Che tristezza, cari amici; che amarezza; che bieca intransigenza. Spero, mi son detto tra me, nel far ritorno a casa,che il Padreterno sappia leggere nel mio cuore; sappia riconoscere la responsabilita' dei miei errori, sappia comprendere e giustificare la riconducibilita' dei miei peccati e delle mie colpe.