mafalda
(lunedì 15 aprile 2013)
Categoria: Insoddisfazione
GIUSTIZIA
Nel 1991 in provincia di Verona ,Pietro Maso quando non era ancora ventenne, uccise i suoi genitori .Per quel periodo è stato un caso che ha sconvolto un po' tutta l'Italia , diciamo che è stato un precursore dei delitti avvenuti tra le mura domestiche . L'ex ragazzo, ora un uomo di 41 anni, diventato simbolo di una generazione senza valori si ritrova oggi libero dopo aver scontato la sua pena .In effetti gli anni che avrebbe dovuto scontare erano 30 , ma si sa bene che tra leggi , leggine e buona condotta ,8/10 anni vengono sempre abbuonati.Secondo voi cosa stabilisce se effettivamente un uomo che ha commesso un omicidio così efferato sia effettivamente in grado di ritornare in società : i 30 anni di reclusione o non saranno piuttosto i colloqui con gli addetti ai lavori (assistenti sociali , psicologi , psichiatri ) che dovranno stabilire se in effetti la detenzione ha provocato in lui pentimento e coscienza del crimine commesso ?Ricordate il caso della banda del Circeo ?Izzo , sconto' la sua pena ma una volta libero ritornò ad uccidere e penso che se fosse stato esaminato da un esperto, non sarebbero sfuggite le sue manie omicide .
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Betta (Anonimo)
(martedì 16 aprile 2013)
Avevo solo un anno quando Pietro Maso uccise i genitori. Però ho letto delle cose, e di quella vicenda, che pare colpì molto l'opinione pubblica, mi hanno parlato i miei genitori.
Ho sempre trovato impressionante che, poco dopo il delitto, questo Maso riceveva in carcere una moltitudine di lettere provenienti da tutta Italia, inviate da sue ammiratrici. Inconcepibile.
Ho sempre trovato impressionante che, poco dopo il delitto, questo Maso riceveva in carcere una moltitudine di lettere provenienti da tutta Italia, inviate da sue ammiratrici. Inconcepibile.
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