Siamo ormai arrivati alla frutta.
Assunta
(martedì 25 maggio 2010)
Categoria:
Rabbia
Siamo ormai arrivati alla frutta.
22:45 del 25-05-2010
Oggi giornata molto calda. Ho portato mio marito a togliere il gesso dal piede. Mentre entravo in Bergamo, già pensavo al parcheggio e mi sentivo male. Suonando al custode della clinica, sono entrata fin sotto l'edificio, perchè mio marito ingessato non poteva deambulare, la voce già mi avvertiva (porti il malato ed esca con l'auto) e così ho fatto, aiutato mio marito ad accomodarsi sulla carrozzina, feci la retro e fuori a cercare il parcheggio. Prima di trovare un posto, altro che novena a Sant'Antonio, ho girato attorno tre volte, poi finalmente si è prospettato all'orizzonte un posto e mi ci sono fiondata, messo in ordine il disco orario, via di corsa, mio marito mi aspettava, (doveva per forza aspettare, dove poteva andare in quelle condizioni)?
Il problema è arrivato all'interno dell'ambulatorio. l'Ortopedico ha avuto un problema, ed ha cominciato le visite con un ritardo abbastanza pesante. C'era una signora piuttosto robusta e molto nervosa che ha cominciato ad inveire contro la sanità, contro il medico, contro l'Italia intera e il bello è che è riuscita a sobillare anche gli altri, è venuto fuori un parapiglia indescrivibile. L'infermiera poverina a forza di ricevere improperi, usciva sempre più confusa e non capiva più niente. Un vero macello! Ma io dico: dov'è andata la pazienza, la tolleranza e sopratutto l'educazione. Come si fa a trattare così villanamente un medico ed un'infermiera e sopratutto come si fa a comportarsi come una lavandaia davanti a tutta quella gente.
In tutto qual mercato, quello che mi ha fatto veramente sorridere è stata la flemma e l'educazione del medico, che con una freddezza inglese e senza scomporsi più di tanto, è andato avanti a visitare come se nulla fosse successo. E' riuscito ad ignorare la donnona, come se non esistesse.