16:33 del 29-05-2010
Stavo preparando il pranzo per i miei nipotini, quando suonarono alla porta. Era il mio vicino, che mi avvertiva del ritorno della sua mamma a casa dall'ospedale nel quale è rimasta ben due mesi. Provai una gioia incontenibile ed entrai in casa sua per darle il benvenuto. Era girata di spalle e quando la chiamai, si girò verso di me abbracciandomi e vedendola un groppo mi si fermò in gola con un irrefrenabile pianto. Aveva un occhio completamente chiuso da una benda, la bocca storta abbozzava un ghigno che voleva sembrare un sorriso, i capelli ormai in crescita completamente bianchi. Non sto scrivendo questo post per farvi conoscere i guai della gente, ne tantomeno per rattristarvi, ma soltanto per riflettere su quanto è sottile la linea fra benessere e malessere. Una donna iperattiva, sempre di corsa, io la prendevo sempre in giro, perchè andava a letto con le galline e si alzava al primo canto del gallo. ogni mattina a messa delle 6:00 e poi cominciava la sua giornata lavorativa. Un tumore benigno al cervello, le ha tolto tutta la sua autonomia e la sua iperattività. Ora ha i movimenti molto rallentati e non è stabile sulle gambe. dopo tutto questo scrivere, mi vien da pensare: ma vale proprio la pena prendersela per qualsiasi cosa, essere irascibili, correre sempre per mille cose, senza mai fermarsi a riflettere su come non ci siano certezze per ognuno di noi, niente è sicuro e niente rimane com'è. Ma allora perchè non prendere la vita con più leggerezza e più serenità? Sono consapevole che con tutte le problematiche che ci sono non è facile, ma riflettendo un po dico: perchè no?